“L’anno che è stato” è un termine decisamente ricorrente in questo periodo perché fa parte del gioco della vita arrivare a fine di un ciclo temporale e tirarne le somme.
Si programma, si spera, si teme e chi più ne ha più ne metta in vista di ciò che ci potranno riservare i 12 mesi a venire.
Io, per ora, so bene cosa sono stati questi ultimi e devo dire che mi hanno preso e dato molto sotto diversi aspetti, e non necessariamente tutti positivi.
Ho vissuto i primi mesi del 2018 come se fossi su di una montagna russa piuttosto fuori controllo, a volte in caduta libera ed altre arrancando su salite di cui non vedevo mai la fine.
Poi, nel momento più buio dell’anno qualcosa è esploso frantumandosi dentro e l’energia che ne è scaturita mi ha cambiato soprattutto dentro portandomi ad intravedere un obiettivo.
Quando devi necessariamente rimetterti in gioco abbassando le ali e la testa per provare a dimostrarti chi sei, non è affatto facile, anzi, è maledettamente complesso, perché non sai realmente se ne sei in grado o se sei solo un bluff.
Tieni duro, anche se cazzo, non ne hai proprio voglia, perché per un pò hai pensato fosse tutto semplice, ma la presunta leggerezza della stupidità ti ha fatto sbagliare tanto, ed ora devi chiaramente cambiare rotta perchè stai perdendo tutto ciò che ami.
Io credo che esista qualcosa al di sopra di noi e in un determinato momento di questo anno che volge al termine, ne ho concretamente sentito la presenza e mi sono reso conto che mi era stata tesa una mano.

Non so bene perché ma ho ben compreso la possibilità che mi è stata donata .
Sicuramente non sono esente da colpe, e sono ben lontano dal ritenermi infallibile anche se ho un carattere forte, ma so anche di avere Cuore e questo é il punto fermo da cui tutto é ripartito.
Ho imparato, sbagliato e metabolizzato, riprovato e nuovamente imparato ed ora so.
So quale strada voglio percorrere, con chi e per chi.
C’è molto da fare, altrettanto da imparare e forse, altrettanto da insegnare.
Credo che questo possa essere il miglior augurio e la maggior speranza non solo per i prossimi i 12 mesi ma anche per i lustri a venire.
Nella foto c’e’ ciò che mi spinge a provare ad essere sempre qualcosa di meglio di ciò che sono oggi (e non è lo champagne), e la bottiglia, beh, la stapperò sicuramente .
Il brano musicale di oggi l’ho scelto anche se non ci sono evidenti e chiari riferimenti al testo. ma semplicemente perchè mi piace:
Muse – Pressure (Simulation Theory – 2018)
A presto
Maurizio Marchisio